Uno degli Oscar conquistati dal capitolo IV della saga di Star Wars nel 1978 fu quello per la migliore scenografia. Fondamentale ai fini della vittoria fu l’insistenza del regista George Lucas nel pretendere che il suo film si svolgesse in un mondo dall’apparenza vissuta.
L’aspetto “usato” dei set era una caratteristica fondamentale che Lucas cercava per il suo film. Il regista stabilì quindi un’intesa immediata con lo scenografo Roger Christian, a cui non erano mai piaciuti i film di fantascienza troppo puliti e scintillanti. Il capo costruzioni Bill Harman venne assunto su consiglio di Christian e contribuì a produrre dei modelli in legno di R2-D2. Con un budget quasi inesistente, Harman girò per magazzini di materiale di recupero in cerca di pezzi per allestire i set; persino la “testa” del piccolo droide – in origine un portalampada da 1.000 watt – fu recuperata in un deposito sul retro degli Studios. Il compito riuscì alla perfezione e R2-D2 entrò nella leggenda: la sua testa rotante, i fischi e i lampeggiamenti più eloquenti delle parole, le braccia estensibili, il proiettore di ologrammi avevano acquisito proprio quella patina di autenticità tanto voluta da Lucas. La stessa che si ritrova nella copia da costruire, uscita dopo uscita, realizzata da De Agostini per i tanti fan della saga che non mancheranno di apprezzare il meticoloso lavoro di recupero del progetto del droide originale.
httpv://youtu.be/RCW7ulAE-ZU